Si pedala (sui rulli) verso la fine del lockdown e il nostro appuntamento volge al termine: finale di stagione per rivivere l’emozione delle classiche nell’anno in cui le classiche non si corsero.
Tocca all’ultima, la più temuta, la più amata: siamo nel cuore della Vallonia, partenza da Liegi direzione Bastogne, un centinaio di km tranquilli e veloci fino alla città dell’Assedio del ’44, per poi tornare di nuovo nella città ardente ma su strade diverse e fare, finalmente, sul serio. È tutto un saliscendi, un mangia e bevi unico; siamo a sud, non ci sono più i muur, ci sono le côte; non c’è più il pavé, qua è tutto asfalto. Sole (poco) e vento quando va bene, altrimenti è nebbia, è pioggia, è neve.
Una corsa ripida, dura, lunga. Per i francofoni Liège-Bastogne-Liège, per i fiamminghi Luik-Bastenaken-Luik, universalmente nota come la corsa degli italiani (per le 12 vittorie, anche, ma soprattuto per quella che era dal secondo dopoguerra una delle più numerose comunità di emigranti italiani nel mondo). È la più antica, classe 1892, è la Doyenne, la Decana per gli avversi agli esterismi.
Gli ultimi cinque highlights della primavera sono tutti per la LBL, con il classico finale da ingoiare uno dopo l’altro come frites in Place de la Cathédrale e, dove l’abbiamo trovata, la diretta integrale YouTube.
«Sono 60 anni esatti che non si vede più un falco sulla Rupe dei Falchi. Dopo aver nidificato per secoli sulla falesia, i falchi pellegrini sono scomparsi. Da un decennio sono altre le creature che provano a sfruttare la vertigine di Roche-aux-Faucons. Sono cacciatori strani, i ciclisti di oggi: mettono a fuoco la preda, ma il più delle volte preferiscono attendere, volteggiare in ampi cerchi sopra l’obiettivo fino ad attendere lo sfinimento dei rivali, o il proprio. È andata quasi sempre così sulla Rupe dei Falchi da quando è diventata parte della Liegi-Bastogne-Liegi, segno che forse non era davvero più destinata ad essere terreno per predatori. Poi però sono arrivati i lupi».
Episodio 1 – LBL 1971
57ª edizione per la Decana che arriva al Vélodrome de Rocourt. C’è Gimondi, c’è Zoetemelk e poi c’è lui, il Cannibale, che la corsa l’ha già vinta due anni prima e viene dalle vittorie alla Sanremo e all’Omloop, oltre a una serie interminabile di top 5 (22 su 26) dall’inizio della stagione ad oggi. Ha nevicato, c’è nebbia e fa freddo in Vallonia, Eddy si tiene caldo indossando due maglie, quella Molteni e quella di campione belga.
Sulla côte de Wanne è il suo luogotenente Bruyère a tenere il tempo; è solo questione di attimi ché il capitano prenda le redini e con un’accelerazione se ne vada via. Mancano 92 km al traguardo, parte ed è solo. A Les Forges ha 5 minuti di vantaggio sul gruppo: ha raggiunto i tre fuggitivi (tra cui il compagno di squadra Spruyt con cui fa cambio bici) e da dietro esce Georges Pintens.
Merckx sfrutta per 10 km il lavoro di Spruyt, poi il rompete le righe e torna ad esser solo. Solo, freddo e stanco. Alla Côteau de Mont, Pintens gli ha mangiato 3 minuti e mezzo e per Merckx il freddo e i problemi respiratori si fanno sentire: ogni colpo di pedale è un dolore. Il belga in maglia Hertekamp si avvicina a tutta velocità. All’ultima côte – siamo a Thiers – Merckx viaggia con solo 30 secondi di vantaggio. Georges lo raggiunge e lo supera a Rocourt, quando mancano 3,5 km, tutti piatti, al traguardo: non si è mai visto il Cannibale ferito in questo modo. È sfinito ma tiene la ruota, Pintens chiede il cambio ma niente da fare.
Si entra al velodromo, sarà sprint. Per Pintens è già una vittoria. Si è mai visto qualcuno chiudere su Merckx in questo modo? Seconda affermazione per il più forte, prima di una serie di tre consecutive. Alla fine arriverà a dire la sua 5 volte. Record, ça va sans dire. Ma che rischio.
Episodio 2 – LBL 1980
Quarto alla Roubabix, quinto all’Amstel, terzo alla Freccia. Per uno che ha già vinto due Tour è già un buon antipasto dell’estate che verrà. Il Tasso arriva in una Liegi gelida quel 20 aprile. Edizione numero 66 che subito sarà ribattezzata Neige-Bastogne-Neige: dei 174 corridori al via da Liegi, solo 21 ne faranno ritorno. Se ne vanno dalla cittadina vallone che inizia già a nevicare (e non smetterà fino a Bastogne) e più i km passano più il gruppo continua a perdere pezzi. Qualcuno abbandona dopo pochi km, anche lui ci prova, si avvicina all’ammiraglia, vuole salire. Il tasso è un animale poco avverso al freddo, è abituato al letargo, medita di abbandonare Bernard, ma poi la neve, improvvisamente, si ferma. Ripartiamo. A Bastogne sono rimasti in 64 quando si intravede miracolosamente il sole. Ma è un attimo che torna il gelo. Sullo Stockau si vede solo bianco, Penevage e Peeters attaccano prendendosi 2′ di vantaggio. Mancano 100 km dal traguardo e l’alfiere Renault-Gitane procede al suo ritmo, con Contini, Lubberding, Le Guilloux e Thurau a ruota all’inseguimento del duo di testa. 20 km ancora e sulla côte de la Haute-Levée il francese si ritrova solo, the loneliness of the long distance cyclist. Passa il Rosier, passa la Redoute: è costretto a macinare il bretone, per non finire assiderato e quando giunge solo ed esausto al traguardo trema. Dovrà aspettare 9’24” la volata con cui Hennie Kuiper chiuderà su Ronny Claes per salire finalmente sul podio e andare sotto la doccia. L’ultimo (21°), il norvegese Jostein Wilmann, arriverà con il Bus balai 27 minuti dopo.
Episodio 3 – LBL 1985
Edizione numero 71 della Doyenne. Ci sono l’enfant-du-pays Criquielion e Zoetelmelk, Roche e il campione in carica Kelly, Fignon e Saronni, Rooks e Anderson, Lemond e Hinault, che però hanno già gli occhi alla Grande Boucle. Manca solo Francesco Moser e poi ci sono tutti.
191 alla partenza, saranno 85 all’arrivo. Tra questi lui, un giovane di belle speranze: si chiama Moreno, ha 25 anni, è stato campione d’Italia ed è giunto terzo al Giro l’anno precedente, dietro a Fignon e Moser. Corre in casacca Sammontana e guida una pattuglia italiana di belle speranze con gli specialisti delle Ardenne Silvano Contini (Ariostea) e Mario Beccia (Malvor). Lungo i 244,7 km riesce a selezionare il gruppetto di eletti che andranno a giocarsi la decana delle classiche: insieme a lui Roche, Criquielion, Fignon, Kelly e Van Calster, Anderson e Beccia. A Stavelot Beppe Saronni sale anzitempo in ammiraglia; sulla Redoute il ragazzo di San Donà di Piave se ne va con l’irlandese Roche e il vincitore della Flèche, Criquielion.
Se si arriva allo sprint è imbattibile il veneto. I due compagni di fuga lo sanno, provano a staccarlo, ma niente da fare. Dietro provano a riagganciare il trio di testa, ma niente da fare. Siamo alla volata finale. Signori, è nato il principe delle Ardenne.
Episodio 4 – LBL 1999
È giovane Frank, ha 24, un talento innato e futuro da campione davanti. Ma è anche molto fragile, un carattere difficile, scostante, il suo. È da 5 anni tra i pro, arriva da un secondo posto al Fiandre, un settimo alla Roubaix e dalla vittoria all’Omloop Het Nieuwsblad (che vabbè, ai tempi si chiamava Omloop Het Volk). Alla vigilia la pressione su di lui è altissima, è nervoso, litiga con la stampa belga e lancia frecciate al grande favorito Michele Bartoli.
Domenica 18 aprile, non piove ma fa freddo. 264 km da Place Saint Lambert per l’edizione numero 85: a giocarsela sono in tanti, c’è la Mapei con Bartoli e Bettini, c’è la Lampre con il campione del mondo in carica Oscar Camenzind, poi la Rabobank con Boogerd, la sua Cofidis che conta molto anche sul texano Bobby Julich, la ONCE con Jalabert, il Team Telekom con Riis e Jaksche.
Dopo 18 km se ne vanno Steinhauser, Rafael Diaz Justo, Alexandre Vinokourov, De Wolf, Barbero, Manchon, Morscher, Gianetti, Vaughters, Turicchia, D’Hollander e Gabriel, che arrivano a Bastogne quasi sei minuti prima del gruppo. Quando si inizia a risalire il gioco cambia. Al km 130 i fuggitivi sono a meno di due minuti e partono i primi attacchi per andarli a chiudere.
A 86 km dal traguardo il colpo dalla distanza lo provano Stefano Garzelli e Laurent Jalabert, due volte secondo nelle ultime due precedenti edizioni, quarto tre anni prima. Dietro escono Axel Merckx, Beat Zberg, Cedric Vasseur e Jorg Jaksche e sulla Côte du Rosier Jaja rimane solo, dietro Mapei e Rabobank prendono le redini del gruppo.
Viene ripreso a 10 km dalla Rodoute e sulle prime rampe attacca Michele Bartoli, che questa corsa sa come si vince. Primo nelle ultime due edizioni, il pisano, e fresco vincitore dalla Freccia mercoledì. Dietro di lui si portano Frank Vandenbroucke e i due Rabobank Maarten den Bakker e Michael Boogerd, il belga scollina con 8″ di vantaggio sul gruppetto. Tra attacchi e contrattacchi si bevono 3 côte, Sprimont, Sart-Tilman e Sart-Tilman e a 14 km il drappello di testa si riunisce con 17 unità e fa rotta sul Saint-Nicolas. Attacca Boogerd, risponde VDB, l’olandese non può rispondere e Frank si invola verso Ans. Dietro Camenzind prova inutilmente a chiudere sui due. Un predestinato.
Episodio 5 – LBL 2004
Edizione numero 90 della Doyenne. È il 25 aprile e il trittico delle Ardenne si chiude con la più bella, la più attesa, che arriva dopo la straordinaria doppietta – Amstel e Flèche – dell’eterno piazzato Davide Rebellin.
Da Place Saint-Lambert un centinaio di km che portano senza troppe difficoltà a Bastogne per poi ritornare verso Ans, affrontando nell’ordine Stockeu, Wanneranval, Rosier, Redoute, Sart-Tilman – Tilff e Saint-Nicolas, prima dell’arrivo posto ad Ans, periferia liégeoise. Parterre da paura: ci sono il detentore, Tyler Hamilton, e l’olandese Boogerd, la corazzata T-Mobile guidata da Alexandre Vinokourov, Matthias Kessler e dal leader della Coppa del Mondo Steffen Wesemann. Poi Frank Vandenbroucke, Axel Merckx e Peter Van Petegem. Non c’è Armstrong ma la US Postal si presenta ai nastri di partenza con Floyd Landis, Manuel Beltran e l’interessante neopro Jurgen Van Den Broeck, talentino belga che l’anno prima è arrivato secondo nella LBL U23. È la corsa degli italiani e un nome su tutti è quello di Paolo Bettini, che di LBL ne ha già vinte due, stesso numero anche per Bartoli, che è passato in CSC ma non è in formissima. Non parte Danilo Di Luca in maglia Saeco, che dopo esser giunto quarto sul Cauberg e secondo sul Mur de Huy, si deve arrendere alla febbre; ci sono invece Garzelli, Scarponi e la Gerolsteiner che corre unita per il chierichetto.
All’attacco ci vanno Bram Tankink, Iñaki Isasi, Jurgen van de Walle e Marcel Strauss. Sul gruppo di testa rientreranno poi Lefèvre, Arvesen, Jaksche e Botcharov. Il gruppo controlla una fuga che man mano va assottigliandosi. Sulla Redoute (1900 m al 9.1%) iniziano a spingere: il ritmo lo fa Bettini e gli ultimi tre rimasti in fuga vengono ripresi qualche km dopo. Gruppo compatto e provano ad uscire il basco Landaluze e il tedesco Sinkewitz che entrano a Liegi con un piccolo vantaggio su un gruppo ormai lanciassimo. Siamo già sul Saint Nicolas, 1100 metri all’11%. Da dietro li vedono, prova a mettere fuori la testa Kashechkin ma a 500 m dallo scollinamento il gruppo è di nuovo compatto: è Van Petegem il primo a muoversi, all’attacco risponde Boogerd che allunga e si porta via Vinokourov e Rebellin. Bastano poche centinaia di metri per prendere il largo e capire che il successore di Hamilton uscirà da questi tre. A meno di sei chilometri dal traguardo, sul piano inclinato della côte d’Ans provano ad organizzarsi Basso, Samuel Sanchez e Vandenbroucke ma davanti i giochi sembrano fatti. O si anticipa o sarà volata: per primo ci prova Vino, ma Boogerd chiude con Rebellin a ruota. Poi tocca all’olandese: siamo ai 500, Rebellin lo chiude e ai 150 lo salta. Tre in otto giorni per il trentaduenne veronese di nascita e vicentino d’adozione. Nessuno prima di lui: la settimana perfetta. Cioè, ma hai presente Amstel, Freccia e Liegi in una settimana?
— Jorge Cadete outta Lobanovski per LPC
Negli episodi precedenti:
s04 Flèche Wallonne
s03 Amstel Gold Race
s02 Paris — Roubaix
s01 Ronde van Vlaanderen